Sophie Tassignon

"Mysteries Unfold"

RareNoise Records

24 Aprile 2020

Il richiamo ossessivo di una melodia lontana, la scintillante maestosità di un coro angelico, il canto echeggianti degli uccelli che volteggiano in cielo, l’urgenza di un ritmo percussivo: Sophie Tassignon riesce ad evocare tutto questo utilizzando solamente il più bello, misterioso e potente degli strumenti: la voce umana. Nel suo primo album solista, intitolato “Mysteries Unfold”, la vocalist belga, ora di stanza a Berlino, trascende il tempo e i linguaggi per esplorare ed evocare una sorprendente gamma di emozioni.
In uscita il 24 aprile 2020 per RareNoise Records, “Mysteries Unfold” tesse un abbagliante arazzo sonoro dai fili multicolori, grazie al versatile e coraggioso canto di Tassignon, che crea una sconcertante varietà di effetti, stratificando la sua voce in architetture polifoniche e cori lussureggianti, ensemble potenti e atmosfere enigmatiche. Fluente in cinque lingue (mentre ne sta studiando una sesta, l’arabo) e ispirata da una vasta gamma di sperimentatori musicali, Tassignon porta in dote in questo album una lunga e sfaccettata esperienza artistica. Negli ultimi venti anni la sua voce è stata ascoltata in diversi contesti, dal jazz d’avanguardia all’improvvisazione libera, dalla performance teatrale alla musica elettroacustica. Ha pubblicato otto album in seno a progetti come Charlotte & Mr. Stone (con Simon Vincent), Azolia (co-diretta da Susanne Folk) e col suo gruppo Zoshia, oltre a una serie di collaborazioni con il marito, il sassofonista Peter Van Huffel. Dirige anche l’ensemble Khyal, che fonde jazz e poesia araba, e vanta una collaborazione decennale con la regista teatrale Elzbieta Bednarska. “Mysteries Unfold” rappresenta però qualcosa di completamente nuovo, anche crudo nei suoi elementi costitutivi, ma illimitato nelle sue possibilità immaginative. “Non ho mai lavorato da sola prima”, spiega Tassignon. “È stato molto impegnativo, musicalmente ed emotivamente, ma questo mi ha offerto tante possibilità. Spero che la gente si senta portata in un altro luogo da questo album, da qualche parte al di fuori della realtà, dove il tempo non esiste”. Questa sfida alla dimensione del tempo traspare dalla selezione del materiale per il progetto: insieme a quattro composizioni originali, la cantante esegue brani che spaziano da Antonio Vivaldi a Dolly Parton, dal bardo russo Yuliy Chersanovich Kim ai Cowboy Junkies. Armonie che richiamano i canti gregoriani convivono con audaci e moderne sperimentazioni elettroacustiche, vocalizzazioni primordiali con melodie lussuose, e tutto trova il proprio filo conduttore nella voce di Tassignon. Allo stesso tempo anche il substrato tematico dei brani scelti ha un elemento comune: “Mysteries Unfold” è una celebrazione di storie e voci femminili, molte delle quali sono state messe a tacere nel corso dei secoli. Come spiega Tassignon: “Credo che il titolo Mysteries Unfold mi sia venuto in mente perché la donna è stata costretta a nascondere tanti sentimenti nel corso della sua esistenza nella storia, sentimenti ricchi e avvincenti, che vengono scoperti attraverso queste canzoni”. La title track stessa, che chiude l’album, è un originale Tassignon il cui racconto di “superare il proprio limite troppe volte” potrebbe descrivere sia la fine di una storia d’amore come il peso della sfida nella lotta per la parità. La forza e la determinazione necessarie per continuare a combattere quelle battaglie si esprimono vividamente nel brano d’apertura, “Guby Okayannie” di Yuliy Chersanovich Kim, una canzone d’amore che evoca la cavalcata di una guerriera femminile sulle steppe russe, piena di grido di battaglia a colpi di sciabola. Tassignon ha scoperto la canzone nel film Five Evenings del 1978 di Nikita Mikhalkov. I richiami degli uccelli e il ruggito silenzioso dell’acqua aprono “Jolene”, uno dei grandi classici della musica country americana, scritta e portata al successo da Dolly Parton negli anni ’70. Partendo dalla straziante vulnerabilità di una voce solitaria di fronte a questo paesaggio, il pezzo si costruisce gradualmente in un coro vibrante che suggerisce la liberazione dalla sofferenza provocata dalla gelosia: “Volevo che fosse il più paradisiaco possibile”, dice Tassignon. “È doloroso e allo stesso tempo bello poter dire che sono gelosa, che sto soffrendo. Volevo creare questo contrasto”. La pulsante “Don’t Be So Shy With Me”, altro brano firmato dalla cantante, descrive l’urgenza impulsiva di una passione proibita, mentre i riverberi ossessivi e i segreti sussurrati di “Descending Tide” raccontano l’ignoto dell’Io più nascosto di un altro essere umano. E’ poi il momento di “Witches”, un pezzo contenuto in uno degli album di maggior successo dei canadesi Cowboy Junkies, (The Caution Horses del 1990): il brano è dedicato al richiamo del legame tra donne, sempre temuto dal maschio della nostra specie, che nel tempo lo ha trasformato nel concetto di stregoneria. “La Nuit”, ancora scritta dalla Tassignon, è un’ode alla psicoanalisi, all’empowerment della scoperta di sé. Il “Cum Dederit” di Vivaldi, contenente il resto di un Salmo dell’Antico Testamento, è una vivida evocazione della preghiera interiore ed esteriore, della ricerca del sacro nel vasto cielo attraverso i misteri de Sè. Questo dualismo e il senso di nostalgia sono le emozioni centrali di “Mysteries Unfold”, i temi senza tempo che intrecciano passato e presente e collegano gli estranei tra loro. Che sia il desiderio di Dio o di un amante, la risoluzione di una questione universale o la comprensione dei segreti della propria anima, tale slancio risuona in questi brani e pulsa di una incredibile e commovente vitalità grazie alla voce sensibile e coraggiosa di Sophie Tassignon. “Penso che il ruolo degli artisti sia di percepire le emozioni del mondo – conclude Tassignon – e permettere che queste emozioni passino attraverso loro stessi, affinché vengano espresse in una forma sempre nuova. Il mio obiettivo è semplicemente quello di entrare in contatto con altri esseri umani per trasportarli in una dimensione fuori dal tempo, proprio come nell’istante dell’innamoramento, in cui non esiste nient’altro oltre al momento presente e alla bellezza”.