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Just Cooking

Partiti a maggio dalle nebulose dei sintetizzatori, passati per il piano preparato e per un’orchestra sinfonica, e dopo l’immersione nelle profondità dei brani minimali e liquidi del più recente UNDERWATER, siamo giunti al quinto e ultimo volume delle One Man Sessions di Massimo Martellotta. JUST COOKING è una collezione di groove cucinata in totale libertà da Martellotta, in tributo a due grandi passioni del nostro, la musica e la cucina, per un’associazione tra le più classiche e azzeccate di sempre: quella tra il comporre musica e il cucinare un piatto. Passiamo dal sound italo groove di “Carbonara” con cui si apre l’album, all’afrobeat di “Spicey Kudu”; dal minimalismo ipnotico di “Hummer milkshake”, alle diverse declinazioni funk/jazz: quello arricchito dal clapping di “Big Burger”, quello spaziale di “Midnight snack” o à la carte di “Foie gras”, quello psych di “Pasticciotto” e “Zighinì”. Un disco di puro istinto, in cui ancora una volta il nostro si cimenta con tutti gli strumenti, che si incrociano come gli ingredienti nelle mani di uno chef; un Medeski Martin and Wood in una persona sola, strizzando l’occhio agli episodi più solari della Budos Band e agli Heliocentrics, con il maestro Umiliani sempre in mente. Dopo 4 capitoli di intensità crescente di un viaggio spesso introspettivo, “JUST COOKING” arriva come un after-party di chiusura, informale, ma ricco e senza freni, in cui troviamo molti elementi di quel funk italiano che ha portato al successo i suoi Calibro 35, qui però virato in salsa barbecue. Tra spunti afrobeat, library music e cucina creativa da ospiti dell’ultimo momento, “JUST COOKING” chiude il cerchio, per poi ricominciare.

One Man Sessions Vol.4 – Underwater

Partiti a maggio dalle nebulose dei sintetizzatori, passati per il piano preparato e un’orchestra sinfonica, siamo giunti al quarto volume delle One Man Sessions di Massimo Martellotta e si torna all’essenziale: chitarre liquide, groove minimali di batteria, e pennellate analogiche per quello che è letteralmente la colonna sonora di un’immersione introspettiva e solitaria. Lo studio di registrazione percepito come un acquario, ambiente in cui immergersi e andare a fondo, fluttuare e perdersi nel paesaggio. UNDERWATER accompagna l’ascoltatore in un viaggio amniotico, dove l’ispirazione del momento cavalca quella dell’immaginario evocato. “Ho sempre amato l’acqua e trovato una forte analogia tra il tuffarsi nell’ascolto della musica e quella dell’immergersi nell’elemento acquatico. In fondo lo studio di registrazione è una stanza con gli strumenti intorno, con il vetro della regia davanti a isolarti dal mondo. Visto al di là del vetro il musicista sembra un pesce in semilibertà. Quello che ho fatto è stato tuffarmi in un acquario/studio, spegnere la luce e affrontare tutte le sensazioni che nascevano. L’obiettivo è stato cercare di ricreare quel tipo di sensazione, tra l’abbandono e la presenza vigile che si ha quando ci si immerge, anche ad occhi chiusi, o esplorando le profondità esteriori o interiori”. Registrato in presa diretta limitando al minimo le sovraincisioni, UNDERWATER è il frutto di una session notturna e solitaria. Affine al mondo delle library music d’autore, UNDERWATER è un’opera matura e attuale, un viaggio cinematografico che ricorda tanto i mondi evocati dal Gainsbourg più lisergico quanto quelli più recenti del David Holmes più oscuro. Tra episodi densi e narrativi (la traccia di apertura “Archimede’s Principle” è un manifesto del progetto stesso), la library music d’antan (“Twilight zone”) e un sano abbandono all’ignoto (le tre “Apnea”), One Man Sessions VOLUME 4//UNDERWATER spiazza ancora l’ascoltatore confermando le doti assolute di un musicista che sfugge alle categorizzazioni, in grado di creare mondi sonori sempre intensi e cinematografici.

One Man Sessions Vol.3 – One Man Orchestra

Continua il viaggio in cinque volumi nel progetto solista One Man Sessions di Massimo Martellotta: dopo i sintetizzatori del volume 1 “Sintesi” e il piano In/Preparato del volume 2 “Unprepared Piano”, con il terzo volume si cambia di nuovo registro. One Man Sessions Volume 3 “One Man Orchestra” è infatti un album orchestrale a tutti gli effetti – concepito con in mente i compositori di musica da flm degli anni ’50, Bernard Hermann su tutti – in cui Martellotta si cimenta nella scrittura per orchestra di stampo retrò, incastonata nel suo mondo con un twist assolutamente personale e attuale. Ogni strumento è suonato e sovrainciso traccia su traccia in tempo reale, compreso il computer, questa volta valido assistente nella simulazione di alcuni dei timbri usati, inteso come uno strumento vero e proprio in mezzo a quelli reali. Archi sontuosi, timpani scoppiettanti, legni sinuosi trovano spazio dialogando con organetti da salotto e percussioni inventate come la carta da musica stessa, strofinata a tenere il tempo su alcuni dei temi.
Ancora una volta il compositore ci sorprende e ci spiazza, usando tutte le sue risorse da polistrumentista e mischiando i linguaggi, azzardando in mondi lontanissimi tra loro: con “One Man Orchestra” siamo ad anni luce dai mondi evocati con “Sintesi” eppure troviamo sempre un tratto distintivo e riconoscibile che rende coerenti tutti i volumi dell’opera completa. Realizzato, come gli altri volumi, in completa solitudine, l’album rivela una conoscenza della materia musicale a tutto tondo e un gusto spiccato per la melodia. I toni cupi di “Oppio” ricordano il Morricone più scuro o il Jonny Greenwood dei Radiohead e fanno da contraltare al brano di apertura “il Cappotto” – un perfetto “titoli di testa” che cita e rielabora da vicino il John Williams da commedia – mentre in episodi più ritmici, e a volte romantici, ritroviamo la passione per l’attuale Jon Brion e le melodie senza tempo. Un album da ascoltare dall’inizio alla fne, seguendo la storia emotiva narrata come quella di un flm, di cui a volte si ha l’impressione di vedere le immagini, attendendo di immergersi negli abissi evocati dal prossimo, e quarto volume: “UNDERWATER”.

One Man Sessions Volume 2 – Unprepared Piano

Dopo il viaggio onirico attraverso i sintetizzatori del volume 1, intitolato ”SINTESI”, Massimo Martellotta torna con il secondo volume delle One Man Sessions esplorando le possibilità timbriche dello strumento classico per eccellenza: il pianoforte. Lo strumento è al centro della scena, e il piano preparato alla maniera di John Cage è qui decontestualizzato e liberamente “In/Preparato” e reinventato in maniera del tutto personale, posizionando oggetti di uso comune sulle corde stesse per ottenere dei timbri inediti. Partendo dalla sua natura di strumento a percussione, il piano viene colpito, accarezzato, stoppato con dei gommini o lasciato risuonare sulla capsula di un microfono, oppure ancora pizzicato come un’arpa o un cymbalon, mentre flirta con la batteria, il vibrafono o il mellotron. In UNPREPARED PIANO si passa da composizioni più classiche citando Chopin e Satie (il pezzo di apertura “Come un notturno”) a droni introspettivi (“Risonanza”) fino a brani che ibridano i linguaggi, delineando melodie immediate e aperture in equilibrio tra l’assoluta modernità di Nils Frahm, l’immaginario a colori in movimento di Bad Plus (ad esempio in “Sostenuto”) e i minimalismi della Penguin Café Orchestra (“Nécessaire per fanciulli”). Il tutto ancora una volta tenuto insieme da un filo conduttore evocativo, attuale e sempre riconoscibile. Un disco dove il piano è protagonista quindi, ma il dialogo con gli altri strumenti è continuo, fluido e spesso ci si dimentica che dietro ogni strumento ci sia una sola persona. Martellotta si conferma esploratore coraggioso e a-dogmatico, dimostrando talento e sensibilità fuori dal comune nel comporre il suo personalissimo autoritratto in 5 volumi, preparandoci alla prossima uscita “Vol.3 ONE MAN ORCHESTRA”.

One Man Sessions Volume 1 – Sintesi

Abbiamo imparato a conoscerlo con la sua band, quei Calibro 35 per cui ha scritto alcuni dei brani più celebri (da Notte In Bovisa a Giulia Mon Amour) e con cui sta festeggiando nel migliore dei modi il decennale dalla nascita. Ora il compositore e poli-strumentista Massimo Martellotta annuncia l’uscita in 5 volumi del suo progetto personale, realizzato in autonomia e solitudine, suonando tutti gli strumenti presenti nel suo studio/laboratorio di Milano. One Man Sessions sarà pubblicato a cadenza periodica, in vinile e digitale da Cinedelic Records, e l’uscita del primo dei cinque volumi intitolato “SINTESI” è fissata per il prossimo 4 maggio.
Martellotta ci lascia entrare nel suo laboratorio musicale, dove lavora usando i vari strumenti presenti nel suo studio nel modo più libero, trasversale e creativo possibile. Ognuna delle 5 uscite racconta un mondo musicale unico: se nel primo volume siamo nel mondo onirico dei sintetizzatori, nelle uscite successive si arriva ad un’orchestra intera di stampo Hitchcock-iano ( Vol.3 “ONE MAN ORCHESTRA”), passando per le chitarre liquide e le sonorità da library sottomarine ( vol.4 “UNDERWATER”), i grooves di batteria e wurlitzer (Vol.5 “JUST COOKING”), i tappeti di organo Hammond, il vibrafono e poi il pianoforte: preparato in maniera anti accademica ( Vol.2 “UNPREPARED PIANO”), usando oggetti di uso comune posizionati sulle corde stesse per ottenere timbri inediti.
One Man Sessions è un documento personale che raccoglie sia composizioni più rigorose e formate, sia improvvisazioni e brani estemporanei, registrati in autonomia nel momento in cui nascevano, seguendo il flusso dell’ispirazione e la voglia di sperimentare. In queste sessioni Martellotta sviluppa le sue idee in solitaria, tessendo una serie di trame sonore di grande intensità e disegnando al contempo melodie immediate e riconoscibili, tipiche del suo approccio compositivo dal sapore fortemente cinematografico. Questo primo capitolo intitolato “SINTESI” è stato creato e prodotto in un giorno solo tra le mura del suo studio milanese, composto e registrato utilizzando esclusivamente sintetizzatori analogici e digitali, esplorandone le possibilità timbriche e di manipolazione sonora, ottenendo un risultato che da una parte omaggia mostri sacri come Wendy Carlos o Brian Eno, dall’altra si allaccia a un filone del presente come le soundtracks di Stranger Things o le ultime produzioni di Nicholas Jaar.
Il lavoro in solitaria di Massimo è stato poi rifinito dal mastering di Tommaso Colliva e completato dalla veste grafica di grande eleganza ideata e realizzata da Luca Barcellona. “SINTESI” è la prima di cinque tappe di un viaggio alla scoperta di un talento unico sulla scena musicale italiana, un musicista poliedrico e dalla inesauribile spinta creativa, che per carattere e attitudine rimane spesso dietro le quinte di progetti più altisonanti, ma il cui estro non ha nulla da invidiare ai grandi nomi internazionali.

Vol.2

Torna la big band toscana con il secondo album in studio, seguito del “Vol.1” pubblicato nel 2013: si attinge di nuovo alla tradizione retrò easy listening, funk e sexy all’italiana ma il nuovo lavoro si presenta con una tracklist ricca di brani cantati e con un maggior numero di pezzi originali rispetto al primo, oltre che con il contributo di archi, percussioni e di una sezione fiati completa. In “Vol.2” possiamo individuare tre filoni. Uno che sviluppa l’anima beat della band, smaccatamente retrò nell’approccio musicale e testuale: per lo più catturati in presa diretta, brani come Impossibile, Hey ragazzo e Preparati bambina (cover di un brano beat misconosciuto anni 60 di Theodoro Re dei Poeti) sono una miscela di rock’n roll e soul grezzo, pezzi per balli scatenati, in cui i temi di machismo e femminismo sono declinati sui due registri diversissimi delle voci di Serena Altavilla ((Solki, Mariposa, Calibro 35) ) e Davide Arnetoli. L’altra è un’anima romantica, legata a temi di passione e gelosia, che si esprime al meglio nell’atmosfera quasi noir del trittico Un’ora in più, Il tema della gelosia e Anna – la stessa storia raccontata da diversi punti di vista, a rappresentare i diversi episodi de Gli amanti della domenica. Ma anche ne La Verità, storia di emancipazione e voglia di libertà, con venature musicali da spy story. Il resto è funk ed erotismo come in Ti voglio (Vanoni/New Trolls) – brano italiano di discomusic preferito della band che anticipa l’uscita dell’album come singol – la sulfurea Eclisse Twist dal capolavoro di Antonioni, Giovani di Nulla e 92° minuto, concepiti come sigle immaginarie di programmi tv. La Band del Brasiliano è un ensemble di musicisti toscani con alle spalle collaborazioni molto diverse tra loro (Dilatazione, Paolo Benvegnù, Ulan Bator, Bluebeaters, Fantomatik Orchestra), appositamente riunito per la composizione di parte della colonna sonora de “La Banda del Brasiliano” del collettivo John Snellinberg (2010), con il quale condivide alcuni membri. Dal 2011 hanno cominciato, per gioco, ad esibirsi dal vivo. In formazione “big band” tra gli 8 e i 12 elementi hanno suonato in tutta Italia, dividendo il palco – tra gli altri – con Baustelle e Calibro 35. Dopo il debutto “Vol. 1” del 2013 il secondo album “Vol. 2” in uscita per Cinedelic Records, è stato prodotto dalla band grazie al supporto di Toscana100Band e Regione Toscana.