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Wow

È il 2007 quando Missincat, all’anagrafe Caterina Barbieri, lascia la natia Milano e le sale prova di via Lombroso, fulcro della scena musicale cittadina, per raggiungere il nuovo centro del mondo: Berlino. E nel grembo della capitale tedesca, dove è possibile respirare a pieni polmoni ogni forma d’arte, afferra la sua personale essenza in un percorso che culmina oggi con il secondo disco solista, Wow, uscito in Germania prima dell’estate e nei negozi anche in Italia dalla fine di Novembre 2011. La cantautrice ha seguito la propria vocazione per la musica sin dalla tenerà età, dagli incoraggiamenti della nonna che le insegna a suonare il pianoforte, all’esperienza delle Vertigini, band tutta al femminile dove per anni si cimenta scrivendo pezzi e imbracciando il basso. Eppure è in terra straniera che Missincat scopre la sua identità, grazie ad uno sguardo puro e incredibilmente autentico sulla propria arte con quale plasma il fortunato debutto solista del 2009, Back On My Feet, grazie al successo del quale Missincat fu scelta come artista di apertura del tour tedesco di Amy Winehouse. Sono passati due anni da quando la title track del suo esordio ha conquistato le radio tedesche, arrivando addirittura ad essere scelta per una campagna pubblicitaria di Nintendo. Oggi Missincat continua il suo percorso tra accordi in grado di scavare solchi nell’anima e versi di autentica poesia, in bilico tra il minimalismo delle piccole cose e la profondità toccante dei sentimenti più vissuti. È la sua voce limpida, in grado al contempo di sussurrare e lacerare, a fare da collante tra le tracce: una voce ormai padrona della propria espressività, libera e pronta per una maggiore sperimentazione cantautoriale. Proprio come in passato, l’artista lavora per sottrazione, schivando le ridondanze negli arrangiamenti per concentrarsi sulla massima espressività delle melodie: si percepisce già dalla prima traccia, Wide Open Wings, quando la linea vocale dipinge una lucente poesia naif, impreziosita da tocchi delicati al banjo, su ritmi scanditi da battiti di mani e da un vivace fischiettare. Più ci si addentra nel disco e più appare chiaro che uno dei pregi di Missincat sia il riuscire a creare il connubio di ben 12 strumenti, che intervengono puntuali a sottolineare l’emozionalità dei singoli brani: l’essenza cosmopolita berlinese pervade infatti come un fluido la scelta del parco strumentale, dalla chitarra al mellotron, dalla celesta alla sega sibilante, prendendo le mosse dalla fluidità del folk e immergendola in un’essenza schiettamente lo-fi. In questo modo, le melodie stendono un tessuto musicale intenso ma mai ingombrante, sul quale è la voce protagonista incontrastata, narratrice e al contempo ammaliatrice. Ne sono un esempio il delicato tappeto di archi e pianoforte che anima Fly High, pronto a dissolversi non appena la linea vocale reclama il proprio spazio, o il languore della chitarra slide di Try Me. Tra i versi composti prende così vita la costellazione dei sentimenti umani, dal dolore di un cuore ferito alla speranza verso il futuro, come quando canta in If You Make Me Happy “because lonely souls will meet at night and love their blues away”. Le parole diventano così una vera catarsi, nel concretizzarsi di un percorso di crescita dell’artista e della donna loro autrice. Wow prende forma in appena una settimana di lavoro intenso, con l’apporto artistico di Sonny Boy Gustafsson, raggiunto direttamente a Stoccolma. Il produttore ha il pregio di conferire tonalità intense alle visioni musicali presenti nel disco, unificandole in un’opera minuziosa e finemente attenta ai dettagli. Ma quella con Gustafsson non è l’unica collaborazione: sono i fiati ad annunciare Distracted, brano nel quale la voce di Missincat si unisce a quella della svedese Miss Li nel racconto agrodolce del corteggiamento di un uomo, per l’appunto, un po’ distratto. Leggeri tocchi al piano punteggiano invece la melodia di Capita, unica traccia presente nell’album cantata in italiano, che svetta nelle classifiche tedesche per oltre un mese. Il sodalizio con Dente, protagonista di questo episodio musicale, diventa l’unione di due opposti e complementi, siglando quasi simbolicamente un disco eclettico e raffinato, dove fantasia ed emozioni germogliano su una perizia straordinaria della materia musicale.