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Something To Fight With

Groninga, il centro più importante del nord dei Paesi Bassi, è una città di biciclette ancora più della sorella maggiore Amsterdam. Ma non solo. Groninga è un po’ come Bologna: città universitaria, crocevia di storie, punto di partenza di molte avventure. E proprio da una città come Groninga si srotola una storia a cui mancano ancora molti capitoli, ma che ha tutte le credenziali per essere bella, anzi bellissima. Protagonisti sono l’olandese Harmen Ridderbos e la finlandese Heta Salkolahti, due giovani e talentuosi buskers che si conoscono per la prima volta in Austria (ovviamente suonando) e decidono di mettere su un gruppo, i Town Of Saints. E scelgono Groninga come quartier generale, nonostante passino gran parte del loro tempo in giro per l’Europa con gli strumenti in mano. Perché Groninga è un punto di partenza, non di arrivo. In tutto questo peregrinare compongono due ep e aggiungono un batterista alla loro formazione, Sietse Ros, e dopo aver lasciato tutti a bocca aperta durante i quattro giorni dell’Eurosonic Noorderslag, firmano per la Snowstar Records, eclettica label olandese attiva ormai da più di dieci anni. Da queste premesse nasce “Something To Fight With”, il primo disco dei Town Of Saints, un mix di folk e indie-rock, intimo ed esplosivo insieme, come i Waterboys che incontrano i Local Natives o gli Arcade Fire. Come i The Lumineers se fossero europei, come gli Of Monsters And Men senza la pubblicità della Vodafone. Basta ascoltare l’apripista “Stand Up”, un suggerimento, un invito per chi ha il cuore o la mente pesante, l’inizio di quaranta minuti tutti da ascoltare. La voce e la chitarra acustica di Harmen creano con il violino di Heta degli intrecci a volte soffusi (“Dress Up Night”), a volte serrati come in “Trapped Under Ice” e “Something To Fight With”, a volte placidi come le onde del Mare del Nord, salvo poi deflagrare in prossimità della costa (“Direction”). La batteria macina colpi in successione, precisi e danzanti come nella migliore tradizione folk (“Euphrates”), o appoggiandosi alla cassa e al ritmo meno nervoso di “Easier On Paper”, lasciando alle voci il compito di disegnare suggestioni e orizzonti lontani. C’è un fondo di malinconia nei toni di questi tre ragazzi del nord abituati a macinare kilometri e kilometri, ma è una malinconia che si mischia alla curiosità di chi colleziona situazioni e paesaggi sempre diversi, esperienze sempre nuove. È così in “Going Back In Time”, nella spezzettata “New Skins”, è così nella trascinante “Carousel”, il singolo che anticipa l’intero lavoro e che è una perfetta cartina al tornasole dell’energia che i Town of Saints sono in grado di sprigionare. Energia che travalica i confini olandesi, con un disco pubblicato in tutta Europa (in Italia esce l’8 novembre) e un tour lunghissimo che li porterà anche nel Bel Paese nella seconda metà di novembre. Se in Italia possiamo schierare fieri un esercito di santi, a novembre di santi ne arriva una città intera.