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Metamorphosplit

Dalla sua istituzione il Record Store Day è diventato l’occasione per (ri)pubblicare in vinile pezzi rari in versione moderna o in edizioni particolari e ricercate. Ma è stato anche l’opportunità per tentare nuove vie, possibilità magari soltanto abbozzate nelle discografie standard, percorsi fascinosi quanto impervi per non dire coraggiosi. È il caso di Metamorphosplit, vinile 180 grammi limitato a 500 copie numerate a mano condiviso da due band che hanno fatto della heavyness una sorta di stella del mattino. Due modi diversi di declinare la “pesantezza” in musica, due modalità estetiche e formali che però hanno come minimo comune denominatore – oltre che la stima reciproca, l’amicizia, la condivisione degli stessi palchi – proprio questo split 12” incentrato sull’idea forte della metamorfosi. Non solo nelle musiche, ma come elemento già evidente nell’idea di copertina: una stilizzata fusione dell’onda emotiva e sonora degli Ornaments col fulmine bruciante e furiosamente immediato degli Zeus!, opera di Luca Zampriolo a.k.a. Kallamity già in passato responsabile delle grafiche degli Ornaments, ispirata dal celebre ciclo Metamorphosis di Escher. La metamorfosi come forma di immedesimazione sta alla base di questo disco, poiché l’idea forte che ne ha permesso la nascita è stata quella di ispirarsi gli uni agli altri, indossarne la pelle non coverizzandosi a vicenda, come spesso accade in operazioni simili a dimostrazione di rispetto e stima, ma tentando di suonare gli Ornaments come fossero gli Zeus! e viceversa. Ecco così che “Rota”, il pezzo appannaggio del lato-Zeus! diviene un lungo, agonizzante, slow-heavy-rock dilatato ma dal peso specifico rilevantissimo e, ovviamente, alla Ornaments, pronto a slabbrarsi su dimensioni weird-cosmiche basate su un canone a 3 voci armonizzate di basso; le tre tracce che occupano il lato-Ornaments, invece, scavano nel procedere musicale dei due Zeus! estraendone la linfa vitale al netto delle peripezie noise e delle carambole strumentali, mantenendone la densità sonora ma allungando lo sguardo su una impronta più math-ematica e distaccata, tra tempi dispari e atmosfere più serrate. Il disco è stato registrato nel gennaio 2015 presso il Vacuum Studio di Bruno Germano, a Bologna. Le registrazioni aggiuntive e il mix del lato Ornaments è stato effettuato allo Studio Spaziale da Enrico Baraldi, mentre il mastering è stato effettuato da Saff. Metamorphosplit uscirà il 18 aprile in vinile 180 grammi limitato a 500 copie numerate a mano per il RECORD STORE DAY 2015.

Pneumologic

Pulsa. Respira. Batte. Vive. Il cuore e la vita, il soffio e il sangue. L’uomo, l’animale e infine, l’anima. Un viaggio antico come il mondo, esoterico, spirituale, filosofico e vivifico, un viaggio che parte dall’uomo e nell’uomo entra in una nuova dimensione. Sei anni di ricerca, di sperimentazioni in studio e dal vivo e poi il momento di “Pneumologic”, che pone gli Ornaments al centro della scena “spiritual drone core” europea. Se il viaggio degli Earth e degli OM ha riguardato la spiritualità come elevazione verso il trascendente, se il percorso dei Sunn O)) ha esplorato gli abissi dell’animo umano e il lato oscuro della mente, gli Ornaments debuttano con un disco che è la summa teorica dell’essenza della vita. Alessandro Zanotti e Davide Gherardi (The Death Of Anna Karina), Enrico Baraldi (Nicker Hill Orchestra) e Riccardo Bringhenti (Workout, Ungar Trio, Welch, 7 Note In Nero) sin dal loro esordio hanno elaborato un suono che fondesse le geometrie del post rock con le profondità doom metal e le suggestioni prog: era questo il tema portante del loro demo autoprodotto, venduto solo ai concerti e distribuito in mille copie. Oggi, impreziosito dal concept pittorico di Luca Zampriolo e prodotto da Andrea Sologni all’Igloo Audio Factory di Correggio (RE), “Pneumologic”, costruito sull’esperienza di una lunga serie di live show, culminati con la straordinaria esibizione al Solo Macello Festival del 2012, è la perfezione di quel concetto: dall’elegia tribal core di “Pulse” al continuo gioco di chiaroscuri apocaliptic folk di “Spirit”, al finale trascendente de “L’ora del Corpo Spaccato”, disperata invocazione di morte e resurrezione, liberazione finale dello spirito dal pneuma (…l’istinto fa si che la nuca ricada all’indietro, per rendere libero il tubo trachea….le braccia si staccano l’una dall’altra e si può respirare…) gli Ornaments dimostrano come, dopo il canto dell’apocalisse dei Neurosis, l’uomo rinato dalle ceneri possa ricostruire la propria esperienza sul sé e sul proprio spirito guida. C’è vita dopo l’hardcore visionario degli Isis. Una nuova esistenza: il soffio di vita che arriva dal Pneuma degli Ornaments.