In November

Il trombettista e compositore americano di origini messicane Joshua Trinidad arriva al suo settimo album personale e fa il suo esordio su RareNoise con questo disco intriso di profondo lirismo. Registrato a Giske, in Norvegia, in compagnia del chitarrista Jacob Young e del batterista Stale Liavik Solberg, “In November” è un mix di fluida inventiva melodica, basata sull’ispirata improvvisazione del trio, sulle lunghe e intense note della tromba di Trinidad e sullo stile chitarristico di grande atmosfera di Young.
Jacob Young ha studiato alle scuola di due grandi maestri, i chitarristi jazz Jim Hall e John Abercrombie, ed è entrato in contatto con Trinidad nel 2007 durante il Jarasum Jazz Festival in Corea del Sud in un periodo in cui Trinidad viveva a Seoul. Molto interessato alla musica proveniente dalla Norvegia, Trinidad era già da tempo fan di Stale Liavik Solberg, che aveva scoperto al tempo di una collaborazione del batterista norvegese con il chitarrista inglese John Russel.
Nato da genitori messicani e cresciuto a Denver, Trinidad ha iniziato a suonare la tromba molto presto, intorno ai sette anni, e ha coltivato il suo talento sotto l’ala protettrice di alcuni importanti musicisti della sua città come Hugh Ragin, Walter Barr, Al Hood e Ron Miles. Ron Miles – che ha raggiunto la notorietà grazie a collaborazioni con musicisti del calibro di Ginger Baker, Bill Frisell, Jason Moran e Mary Halvorson e coi dieci album usciti a suo nome – è stato il principale mentore di Trinidad. Mentre studiava musica alla Università del Colorado, Joshua imparò a suonare il pianoforte e si appassionò al suono dei trombettisti jazz. Racconta “La prima volta che ho ascoltato la tromba in un disco jazz è stato tramite alcuni dischi degli anni ’60 che aveva in casa mia mamma, come Tony Bennet con la Count Basie Orchestra. Sonny Cohn è stato il primo trombettista di cui io ricordi di aver ascoltato il suono. Sono cresciuto ascoltando Miles Davis e Lee Morgan e poi, quando intorno ai vent’anni, ho scoperto Arturo Sandoval, Jon Hassell e alcuni altri trombettisti contemporanei come Cuong Vu, Erik Truffaz e soprattutto Nils Petter Molvaer.”
Trinidad è un compositore molto prolifico, che ha mostrato una grande crescita attraverso la pubblicazione di sette album come leader: “In November è un disco che ho desiderato realizzare per molti anni, ma non ero sicuro di come affrontare l’idea che avevo in testa. Sono stato molto attratto dalla musica proveniente dalla Scandinavia e in particolare dalla Norvegia, dove ho la sensazione di aver trovato me stesso e la mia identità”. Questa identità risuona perfettamente nell’approccio quasi zen che si ritrova in questo ultimo album. E’ un approccio che ha poco a che fare con lo stile caldo ed estroverso dei trombettisti bebop e hard bop come Dizzy Gillespie, Roy Eldridge, Clifford Brown, Lee Morgan, Kenny Dorham, Fats Navarro o il primo Miles Davis e ha molto più in comune con lo stile algido e ambient dei colleghi scandinavi come Mathias Eick e Nils Petter Molvaer, o come quello del polacco Tomasz Stanko, il cui lavoro ha avuto molto impatto su Trinidad recentemente. “Negli Stati Uniti l’approccio alla tromba è molto machista, questa idea che suonare più velocemente, più forte definisca la qualità di un trombettista mi risulta insopportabile, è come se uno dovesse partecipare ad una competizione sportiva. Quando ho scoperto la musica in Norvegia, mi sono reso conto che non era così ovunque e da questo modo diverso di vivere lo strumento mi sono sentito estremamente attratto.”
Dunque, dopo aver fatto la conoscenza sia di Young che di Solberg e aver dato vita alla collaborazione, i tre si sono messi al lavoro agli Ocean Sound Recording di Giske, in Norvegia, per documentare la speciale alchimia del loro incontro musicale. “Quando hanno accettato di collaborare con me, ho passato sei mesi a scrivere brani avendo in mente la chitarra di Jacob e la batteria di Stale e come volevo farle suonare insieme alla mia tromba. La prima volta che ci siamo trovati in studio per suonare insieme è stato magico, la connessione si è creata molto velocemente e da questo punto in avanti siamo stati in grado di esplorare la musica che avevo scritto in modo molto onesto. E’ stato ancora meglio di quello che avevo immaginato.”