Titoli di coda. Per prevenire ogni azione legale in sovra impressione una liberatoria che lascerà il segno: ogni riferimento a persone esistenti e a fatti realmente accaduti è puramente casuale. Proprio da qui ripartono i Calibro 35. E non poteva essere altrimenti per una formazione che affonda le sue radici nella lunga stagione dei film di genere Made in Italy. Paradossale o forse semplicemente logico che la band sia divenuta nel corso di pochi anni una vera e propria attrazione fuori dai patri confini, con un bacino d’utenza di quelli importanti proprio dall’altra parte dell’oceano e un punto di riferimento cruciale nella metropoli delle possibilità: New York.
E’ qui che prende forma il nuovo disco, costituito da 10 composizioni autografe e due classici ‘minori’ rivisitati. “Ogni riferimento a persone esistite o a fatti realmente accaduti è puramente casuale” è stato concepito in soli 5 giorni negli studi Brooklyn Recording e Mission Sound, luoghi culto in cui hanno inciso campioni come Arctic Monkeys ed Animal Collective, oltre ad un’istituzione del downtown jazz newyorkese come Marc Ribot. L’elemento cardine del disco è nella scrittura di getto, testimonianza di una fluidità compositiva ed esecutiva da fare invidia alle più acclamate compagini internazionali. Enrico Gabrielli (fiati, tastiere e voce), Massimo Martellotta (chitarra elettrica e voce), Luca Cavina (basso) e Fabio Rondanini (batteria e percussioni) per l’abile regia di Tommaso Colliva (già dietro al mixer con Twilight Singers, Dente, Afterhours e Muse) affrontano così nuove teorie e pratiche dell’improvvisazione ritmica, mettendo l’accento su una scrittura mai così agile e smarcata dall’idea di commento sonoro. Rimane il gusto cinematico con i suoi riferimenti testuali, ma la band che ci prende per la gola è oggi a suo agio con nomenclature inedite, sfoggiando una diversità sostanziale di brano in brano. Massacro all’Alba” sembra cogliere le variazioni sul tema di un afro-beat psichedelico tanto caro ai sodali di Brooklyn Budos Band, mentre “Pioggia e Cemento” cela affinità con grandi compositori francofoni come Jean Claude-Vannier e Francis Lai, aprendo nuove prospettive e filiazioni. Quasi un carattere globale quello che avvolge i Calibro 35 in quella Gotham City che assieme alle sue ombre conserva i volti e le storie degli immigrati di mezzo mondo. E sotto questo auspicio nasce anche “New Dehli Deli”, che tradisce il gusto per la contaminazione occidentale dell’ardito Ananda Shankar. Se “Arrivederci e Grazie” stende al tappeto con quel suo clavinet aggressivo – difficile non immaginare scorribande sulle strade di San Francisco a questo punto – gli arrangiamenti corposi de “La banda del BBQ” ed “Il Pacco” fanno pensare al crossover di casa Motown, quando le chitarre lancinanti erano quelle di Phil Upchurch e dello scorpio Dennis Coffey. I fiati su questi due brani, sono di Paolo Raineri (tromba) e Francesco Bucci (trombone), arrangiati da Massimo Martellotta. Così come accade nella briosa “Uh Ah Brr”, dove insieme ai fiati troviamo in primo piano voci che cantano sillabe, usate come strumento tra gli strumenti, scelta caratterizzante che cita un elemento tipico della scuola dei grandi Piccioni e Umiliani. Non mancano poi i tributi espliciti ai maestri di casa nostra: appunto Piero Piccioni ed Ennio Morricone fanno capolino rispettivamente in “New York New York” (dal film “Anastasia mio fratello” – 1973 – di Steno con Alberto Sordi) e “Passaggi Nel Tempo” (dal film “Sam’s Song” – 1969 – poi ribattezzato “The Swap”, impresa giovanile di Robert De Niro).
Il disco – che raggiungerà i negozi italiani il 7 Febbraio (e in primavera gli States con Nublu Records) e sarà disponibile in cd, vinile 180 grammi e nel ritrovato formato musicassetta, oltre che in digital download – rivede l’essenza del rare groove, aprendosi a vorticosi scenari inediti. Una musica che si fa più confidenziale, potendo proprio contare sul profilo di musicisti capaci di giostrarsi tra le vette di un’ardita avanguardia e le spirali del pop più contaminato. Colpo in canna, si riparte.