One Man Sessions Vol.3 – One Man Orchestra

Continua il viaggio in cinque volumi nel progetto solista One Man Sessions di Massimo Martellotta: dopo i sintetizzatori del volume 1 “Sintesi” e il piano In/Preparato del volume 2 “Unprepared Piano”, con il terzo volume si cambia di nuovo registro. One Man Sessions Volume 3 “One Man Orchestra” è infatti un album orchestrale a tutti gli effetti – concepito con in mente i compositori di musica da flm degli anni ’50, Bernard Hermann su tutti – in cui Martellotta si cimenta nella scrittura per orchestra di stampo retrò, incastonata nel suo mondo con un twist assolutamente personale e attuale. Ogni strumento è suonato e sovrainciso traccia su traccia in tempo reale, compreso il computer, questa volta valido assistente nella simulazione di alcuni dei timbri usati, inteso come uno strumento vero e proprio in mezzo a quelli reali. Archi sontuosi, timpani scoppiettanti, legni sinuosi trovano spazio dialogando con organetti da salotto e percussioni inventate come la carta da musica stessa, strofinata a tenere il tempo su alcuni dei temi.
Ancora una volta il compositore ci sorprende e ci spiazza, usando tutte le sue risorse da polistrumentista e mischiando i linguaggi, azzardando in mondi lontanissimi tra loro: con “One Man Orchestra” siamo ad anni luce dai mondi evocati con “Sintesi” eppure troviamo sempre un tratto distintivo e riconoscibile che rende coerenti tutti i volumi dell’opera completa. Realizzato, come gli altri volumi, in completa solitudine, l’album rivela una conoscenza della materia musicale a tutto tondo e un gusto spiccato per la melodia. I toni cupi di “Oppio” ricordano il Morricone più scuro o il Jonny Greenwood dei Radiohead e fanno da contraltare al brano di apertura “il Cappotto” – un perfetto “titoli di testa” che cita e rielabora da vicino il John Williams da commedia – mentre in episodi più ritmici, e a volte romantici, ritroviamo la passione per l’attuale Jon Brion e le melodie senza tempo. Un album da ascoltare dall’inizio alla fne, seguendo la storia emotiva narrata come quella di un flm, di cui a volte si ha l’impressione di vedere le immagini, attendendo di immergersi negli abissi evocati dal prossimo, e quarto volume: “UNDERWATER”.