Sport

Esistono poche cose al mondo in grado di far emozionare, di unire, di far parlare e filosofeggiare al limite dello sproloquio quanto lo sport. Sport come spaccato degli alti e bassi della vita, metafora dei traguardi, dell’abnegazione, delle gioie e dei dolori. Sport che non è solo una collezione di stipendi mostruosi o di campanilismi mai sopiti, ma è soprattutto un insieme di storie a volte eccezionali a volte minime, fatta da personaggi epici, a loro modo leggendari. E sono questi i personaggi che prendono vita nel nuovo disco di Altre di B, una delle realtà più belle e curiose che si sta affermando sotto le Due Torri di Bologna, cinque ragazzi che in pochi anni hanno sviluppato una resistenza da maratoneti, una forza da scalatori, una follia di fondo da combinata nordica: hanno vinto un numero sterminato di concorsi, hanno suonato in America, all’Ypsigrock e allo Sziget, hanno condiviso il palco con chiunque, dai Marta Sui Tubi a Patti Pravo, da Stephen Malkmus a Of Montreal, non disdegnando anche qualche sagra dell’asparago. E tutto questo è confluito in un disco, “Sport” appunto, capace di unire un indie-rock graffiante a delle sonorità fresche ed incredibilmente stratificate, che giocano con i synth e le chitarre elettriche, che omaggiano i Tokyo Police Club e i Presidents Of The USA ma che mettono sul piedistallo uomini incredibili, dallo sherpa Tenzing Norgay allo scacchista Kasparov. Nove canzoni, nove racconti, nove esperienze di vita che partono da un puzzle, si appoggiano ad una solida linea di basso e cantano la malinconia delle cose lasciate a metà (“1998”). O in “Sherpa”, in cui  gli Altre di B ci portano a scalare l’Everest con le mitiche guide nepalesi, anche se il merito poi se lo prenderà qualcun altro, solitamente con dei lineamenti più occidentali. “Kasparov” è l’omaggio allo scacchista più grande della storia, 190 di QI e il fascino discreto del Superuomo, mentre “Shimano” racconta del ciclista svizzero Josef Fuchs, un fusto longilineo a cavallo di una bici assurdamente piccola per uno della sua stazza. La girandola dei vari sport tocca anche il tennis e uno dei suoi templi più sacri, quel “Roland Garros” teatro di esaltanti vittorie e cadute da incubo, ma soprattutto della difficoltà di smettere quando è tempo e ora, come una lunga nota di synth che rimane anche quando le luci si spengono sulla terra rossa. C’è spazio anche per uno dei passatempi ludico-sportivi più famosi, quel “Subbuteo” caduto sempre più nel dimenticatoio ma campo di gioco designato per generazioni di falliti del gioco del calcio, quello vero. Si prosegue con la potentissima “Slalom”, che proprio nel suo impatto sembra voler suggerire un modo per zigzagare tra le magagne di ogni giorno. Altrettanto serrata è “Zoff”, capitano dell’Italia mundial dell’82 e maestro di parate e di pacatezza, qui esaltate da un ritornello molto college-rock. Chiude questa panoramica una “Bonnaroo” che tra i colpi di rimshot di batteria e i distorsori di chitarra si trasforma in una sorta di liberatorio canto da stadio. Le sessioni di allenamento per preparare questo disco sono state lunghe e meticolose anche grazie al lavoro di Stefano Riccò (che ha registrato, mixato e prodotto “Sport” al Dude Music di Correggio) e di Andrea Suriani (che si è occupato del master); ora la squadra è pronta a giocarsela fino alla fine, perché anche se Agassi scriveva che le sconfitte durano molto più delle vittorie, gli Altre di B hanno le carte in regola per alzare una bella serie di trofei.