The Jerry Granelli Trio Plays Vince Guaraldi and Mose Allison

Nel corso di una carriera lunga sei decenni, il batterista Jerry Granelli ha lavorato con molti dei più grandi artisti del mondo del jazz e non solo. Su The Jerry Granelli Trio Plays Vince Guaraldi and Mose Allison, suo nuovo album in uscita a fine giugno per RareNoise, Granelli riprende il filo di due delle sue collaborazioni più significative The Jerry Granelli Trio Plays Vince Guaraldi and Mose Allison parte dalla fondazione di due compositori singolari: gli eleganti e lirici brani del pianista Vince Guaraldi, con il quale Granelli ha suonato per tre anni impegnati all’inizio della sua carriera – tra cui i memorabili speciali televisivi Peanuts; e quelli dell’eccentrico cantante/pianista Mose Allison, uno dei più grandi jazzisti bianchi americani, scomparso poco anni fa, che Granelli ha avuto il piacere di accompagnare per quasi 40 anni.
Poco incline a soffermarsi sul passato, Granelli si è a lungo sottratto a progetti di tributo o a riproposizioni di glorie passate. Due fattori gli hanno fatto cambiare idea in questa particolare occasione: la gioia di addentrarsi in queste straordinarie composizioni con un’urgenza moderna scevra di nostalgia; e duei collaboratori che condividono entrambi il suo approccio: il pianista Jamie Saft e il bassista Bradley Christopher Jones. “Abbiamo tutti e tre fatto esperienza nel suonare tante cose diverse”, dice Granelli. “Amiamo il blues, a prescindere dal fatto di averlo sempre suonato, e amiamo le grandi canzoni – e queste sono davvero grandi canzoni. Non credo che il materiale diventi vecchio; quello che lo può rendere vecchio è il mero recupero una versione stantia del passato. Siamo riusciti a portare una sensazione di freschezza in questa musica, e questo era fondamentale per me. Non abbiamo cercato di ricreare nulla”.
Il rapporto di Granelli con Vince Guaraldi risale ai primi anni ’60, quando aveva appena 21 anni. Il giovane batterista era appena tornato nella natia San Francisco dopo il suo primo tour nazionale e aveva scoperto che Guaraldi si era recentemente separato dal suo trio. Il pianista aveva appena ottenuto un successo con il brano “Cast Your Fate to the Wind”, grazie al quale lo aspettava un programma frenetico di live. “E’ raro poter fare quel tipo di esperienza formativa”, spiega Granelli. “Ci pagavano per suonare sei o sette sere a settimana e finiti i nostri live andavamo in posti come Bop City a San Francisco per suonare in jam session che duravano fino alle 6 del mattino. Questo album rispecchia la vita che facevamo a quel tempo”. Oltre a un estenuante programma di esibizioni, il periodo fu lo stesso delle acclamate registrazioni di Guaraldi con il chitarrista brasiliano Bola Sete e quello della musica creata per la versione televisiva dei Peanuts, che ancora oggi viene ascoltata in tutto il mondo. E’ di Granelli lo squisito tocco che ogni anno possiamo godere in una grande classico festivo, il “Natale di Charlie Brown”, diventato una tradizione che ha introdotto generazioni di bambini al suono del jazz. Dopo aver lasciato il lavoro di Guaraldi nel 1965, Granelli si è rifiutato di rivisitare la sua musica per decenni. C’erano nuove sonorità da esplorare – si sarebbe presto unito al celebre Denny Zeitlin Trio, accanto alla leggenda del basso Charlie Haden, e negli anni successivi avrebbe lavorato con un pantheon di suoi coetanei: Pat Metheny, Bill Frisell, Lee Konitz, Kenny Garrett, Ralph Towner, Jay Clayton, Gary Peacock e innumerevoli altri. Negli ultimi anni, però, Granelli ha iniziato a girare con il suo trio con uno spettacolo chiamato Tales of A Charlie Brown Christmas in Canada, dove vive in dagli anni Novanta. Portare la prospettiva di un avanguardista in una musica così leggiadra è operazione insidiosa. “Non volevo cercare di renderla strana – insiste Granelli – e non volevo imitare gli originali. In tutta onestà ho resistito nel corso del tempo perché non trovavo la giusta strada. Ora però posso relazionarmici, perché è diventata parte della patrimonio culturale collettivo”. L’immortale “Christmas Time Is Here” chiude quindi quasi inevitabilmente questo album, intriso di una tenerezza straziante che arriva in modo immediato. Granelli si riferisce al concetto di Nowness, titolo di un suo album del 2015 in compagnia proprio di Saft, per spiegare l’approccio del trio. “Lasci andare il passato, lasci andare il presente e sei solo nella musica. Questa è la condizione in cui vorrei poter suonare sempre.” Lo stesso vale per gli altri brani di Guaraldi presenti nell’album, “Cast Your Fate to the Wind” e “Star Song”. Granelli ricorda quest’ultimo pezzo come uno dei preferiti di Miles Davis, che veniva a sentire il trio Guaraldi quando lavorava a Los Angeles.
Granelli si è poi unito al trio di Mose Allison a metà degli anni ’70, in tempo per registrare il classico album “Your Mind Is On Vacation”. Continueranno a lavorare insieme a intermittenza fino alla morte di Allison nel 2016. “Eravamo grandi amici”, dice Granelli con affetto. “Mose era come il Charles Ives del blues. Portava il blues il più lontano possibile, ed è diventato una delle grandi influenze della canzone d’autore americana”. La title track di “Your Mind Is On Vacation” si presenta qui in una rauca dissezione, con un paio di preludi in duo tamburo/basso sparsi per tutto l’album, ognuno un pezzo stellare a sé stante. Il trio re-immagina “Parchman Farm” attraverso la lente soul-jazz di Herbie Hancock, rifratta nel crudo potere del blues primordiale. “Baby Please Don’t Go” di Big Joe Williams mette in luce la corpulenta muscolosità del basso di Jones, mentre il pungiglione satirico di “Everybody’s Cryin’ Mercy” risuona anche senza che venga cantata una parola. “Una volta che la musica entra nel mio sistema genetico, ricordo esattamente roba che ho suonato 50 anni fa”, spiega Granelli. “Le parole di Mose sono incredibili e sento il testo, sento la poesia, nella mia testa mentre suono. Questa capacitàè parte fondamentale della tradizione jazzistica: come si fa a suonare lo stesso pezzo ogni sera e a renderlo fresco?” Quella freschezza è ripresa in ogni nota del The Jerry Granelli Trio Plays Vince Guaraldi and Mose Allison, sia che sia stata scritta su spartiti decenni prima, sia che sia stata inventata sul momento, quando questi tre musicisti inventivi si sono riuniti. È lo spirito che guida Granelli mentre si avvicina al suo ottantesimo compleanno, quello che lo ha spinto a collaborare alla creazione di molta di questa musica in passato e a trovare nuovi dettagli e scintille al suo interno, notte dopo notte, durante una carriera davvero incredibile.