Tooth

Come seguito del formidabile, omonimo debutto del 2013 su RareNoise Records, Mumpbeak torna con “Tooth” ad evocare i primi King Crimson, Emerson, Lake & Palmer, i Gentle Giant e daltri pionieri del prog-rock. Sempre guidati dall’innovativo compositore e tastierista inglese trapiantato a Oslo Roy Powell, le cui altre uscite su RareNoise includono i progetti Interstatic e Naked Truth, e accompagnato anche questa volta al basso da Lorenzo Feliciati (collaboratore di vecchia data e compagno di band di Powell in Naked Truth, nonchè autore degli album solisti Frequent Flyer e KOI, sempre RareNoise), nella nuova formazione del power trio prog-rock-jazz, troviamo anche il norvegese Torstein Lofthus, membro degli Shining e del trio prog-rock-jazz Elephant 9. Un triumvirato che, sulla stessa lunghezza d’onda, viaggia da percorsi labirintici e di complessa esecuzione come “Boot”, “Cot” e “Brick”, a paesaggi sonori più suggestivi come “Slip” e “Caboose”, fino alla esplosiva jam free jazz “Stone”. Il leader del gruppo ci dice della disciplina e dell’attitudine collaborativa che emergono in tutto Tooth: “È semplicemente un esempio di tre musicisti che la pensano allo stesso modo, e che si trovano in studio a suonare roba libera e improvvisata sopra a materiale semi composto”. Come ha fatto su “Mumpbeak”, Powell si trova di nuovo a esplorare in “Tooth” il suono del suo clavinet, multi-effettato e simile a una chitarra. “Suono un clavinet Hohner E7 processato in una catena di effetti per chitarra che entrano in un Fender valvolare”, ci spiega il tastierista, il cui debutto come leader era A Big Sky, del 1994. “Con il passare degli anni, ho perso interesse nei suoni di piano elettrico, di organo Hammond o di piano acustico. Così un giorno, mentre suonavo il mio clavinet a casa, ho pensato di provare a massimizzare l’aspetto chitarristico dello strumento e vedere dove mi avrebbe portato questo approccio”. Questi esperimenti ambiziosi hanno portato prima a Mumpbeak e ora a Tooth, che porta in bella vista il clavinet modificato di Powell, non rinunciando a qualche altro suono di tastiera affidabile nel mix. “L’Hammond e il Moog sono stati usati per aggiungere qualche sfumatura al colore generale dell’album”, ci spiega. Il suono caratteristico del clavinet di Powell dà il meglio di sé nella struttura ritmica dispari della traccia di apertura “Boot”, che ci inizia al drumming potente di Lofthus, il cui approccio fisico e vorticoso alla batteria prepara la strada a questo pezzo intricato con un pattern di stop-time. “Brick” introduce un elemento swing in questa serie serie à-la-Zappa, mentre la fragorosa “Saw”, sotenuta dal tocco potente e preciso di Lofthus, ci mostra Powell alle prese con distorsioni violente, wah-wah e catene di battute estreme sul clavinet. Il tastierista ci propone un approccio più gentile con un suono di clavinet pulito sulla più serena “Slip”, utile a riprendere fiato dopo la tumultuosa jam grunge di “Saw”. “Cot”, con i suoi arpeggi intrecciati e le sue figure di batteria, ricorda i King Crimson grazie ai pattern precisi e finemente eseguiti. “Caboose” si apre con quattro minuti di tappeti ambient e paesaggi sonori creati daPowell e Feliciati, entrambi ideatori di affascinanti loop, prima di passare armoniosamente a una sezione swingata scandita dalle insistenti linee di basso e dal tocco libero e swing di Lofthus alla batteria. Questa suite di nove minuti raccoglie il più esplosivo assolo di Lofthus di tutta la sessione. “Tooth” si conclude con la jam piena di wah-wah di “Stone”, un pezzo provocatorio, chiaramente influenzato dalla pietra miliare di Miles Davis “Bitches Brew”, e costruito a partire da un intro che ricorda l’arpa giapponese, per passare poi a una sezione funk ed esplodere in un free jazz selvaggio evidenziato  dal drumming scatenato di Lofthus. Powell ci dice del suo lungo legame con il bassista italiano Feliciati: “Ho conosciuto Lorenzo a un Bass Day in Manchester nel 2007. Ci siamo immediatamente trovati sia come persone che come musicisti, avendo la stessa età, condividendo un background musicale comune e riferimenti come Frank Zappa, Miles Davis e Allan Holdsworth. Siamo rimasti in contatto e abbiamo cominciato a suonare insieme quando ci era possibile. Questo legame ci ha portati alla formazione del quartetto Naked Truth con Cuong Vu e Pat Mastellotto. Quando ho capito che Mumpbeak sarebbe stato un trio con base in Europa, era ovvio che chiedessi a Lorenzo di partecipare”. Powell ha conosciuto Lofthus mentre teneva una serie di concerti formativi nelle scuole norvegesi. “Il nome di Torstein è venuto fuori e io ho colto l’occasione di lavorare con lui, avendolo visto in precedenza con Elephant 9 e Shining. Ha grandi capacità tecniche e uno stile fortemente incisivo allo stesso tempo, cosa che definisce la sua musica”. “So che la musica che faccio è musica di nicchia”, dice Powell del suo approccio avventuroso con Mumpbeak. “È musica fatta a mano, in modo artigianale, per l’ascoltatore educato, disponibile in vinile… Non si può essere più di nicchia di così! Ma per me è perfetta per via della musica che prediligo. Amo la musica che presenta una complessità e un livello di difficoltà relativamente alti. Credo che presentare questo tipo di musica a una audience possa risultare un’esperienza magica, almeno finché la complessità viene bilanciata da qualche elemento di semplicità. Inoltre, abbiamo suonato tanti concerti insieme, quindi il livello di difficoltà di parte del materiale diventa sempre più facile con la ripetizione”. La musica di Mumpbeak si svilupperà ancora di più quando comincerà il tour europeo questa estate. Fino ad allora, godiamoci le loro jam prog-rock-jazz su Tooth, il loro potente secondo album in uscita su RareNoise Records.