Zobibor

Francesco Bucci, fondatore degli Ottone Pesante, fa il suo esordio con un nuovo progetto in solo dove sperimenta nuovi linguaggi e sonorità con i suoi due strumenti: tuba e trombone. “Zobibor”, in uscita come autoproduzione a fine febbraio 2023, è un originale mix di vari generi difficilmente catalogabile, registrato praticamente live, senza loops e sovraincisioni. La sua principale fonte di ispirazione è il lavoro di alcuni grandi artisti che hanno esplorato le potenzialità dei propri strumenti e che hanno cambiato completamente le regole del gioco, come ambisce a fare Zobibor.
A partire dal primo lockdown del 2020, la pausa forzata all’attività con Ottone Pesante ha accelerato il processo creativo e le molte idee hanno iniziato a concretizzarsi in veri e propri brani. Poi c’è stato il passaggio in studio e quelli che dovevano essere due giorni di sperimentazione sono diventati due giorni di registrazione e mix a tutti gli effetti, che hanno dato vita al disco vero e proprio. Ogni pezzo è stato registrato nella sua interezza, utilizzando una particolare microfonazione che permette di amplificare ogni suono riprodotto simultaneamente, comprese voce e meccaniche dello strumento. Il progetto è essenzialmente acustico anche se alcuni suoni passano direttamente da una pedaliera utilizzata per ampliarne i colori.
Questo tipo di esplorazione si muove su molti piani, da quelli più facilmente intuibili della composizione e dell’arrangiamento, a quello di un diverso e più complesso rapporto di tutto il corpo con gli strumenti. L’elevata tecnica strumentale e le sonorità molto intense e struggenti, danno vita ad un solo assolutamente unico.
“Zobibor” non è soltanto frutto di una profonda e viscerale ricerca musicale, ma anche la trasposizione di una tragedia familiare, la morte del fratello di Francesco. Scorrendo la tracklist e ascoltando i brani incontreremo il tentativo angoscioso di cercare un contatto impossibile con chi abbiamo perduto, un viaggio a tratti minaccioso e livido, in cui i ricordi e gli oggetti assumono un significato ulteriore. Il potere di gesti e simboli subisce una amplificazione: la tuba suonata qui da Francesco era quella del fratello. “Zobibor” è ennesima testimonianza della impressionante potenza espressiva della musica senza parole, oltre che di ammirevole virtuosismo, di una originale visione artistica e di profonde emozioni personali.