Jamie Saft Quartet

"Hidden Corners"

RareNoise Records

28 Giugno 2019

Nel trascendente nuovo album “Hidden Corners” il visionario tastierista, produttore e compositore Jamie Saft intraprende un viaggio lungo il percorso di ricerca del jazz spirituale battuto da antenati come John e Alice Coltrane, Pharoah Sanders e Albert Ayler. “Hidden Corners” è la nuova manifestazione dell’incessantemente avventuroso spirito musicale di Saft, che gli ha permesso di attraversare i generi con un’incredibile lista di collaboratori (John Zorn, Beastie Boys, Bad Brains, John Adams, Iggy Pop, Donovan e The B-52s). Ispirato ai concetti del misticismo ebraico, l’album presenta un eccezionale quartetto di musicisti: il bassista, collaboratore di lunga data di Saft, Bradley Jones , il grande batterista e maestro di percussioni Hamid Drake e il leggendario sassofonista Dave Liebman.
“Hamid Drake, Brad Jones e Dave Liebman sono maestri nell’evocare stati mistici attraverso la musica”, afferma Saft con entusiasmo. “La riorganizzazione di note, toni, suoni, suoni, texture, timbri – ogni musicista qui ha il potere di trasportare l’ascoltatore in regni superiori attraverso la musica”. Per quanto inafferrabile e strano per definizione, il tema mistico non è un territorio poco sconosciuto per nessuno di questi musicisti. Dave Liebman ha goduto di esperienze formative con pionieri come Elvin Jones e Miles Davis e ha approfondito il lavoro di John Coltrane e la sua natura di ricercatore si rivela attraverso i nomi delle sue band, Quest ed Expansions. Oltre al suo lavoro con giganti del jazz inventivi come Don Cherry, Pharoah Sanders, Archie Shepp e Alice Coltrane, Hamid Drake studia da tutta la vita l’arte marziale cinese T’ai chi ch’uan e le tradizioni ritmiche di tutto il mondo, attraverso collaborazioni che spaziano dai maestri Gnawa marocchini alle icone del blues della sua città natale di Chicago. Anche Bradley Jones ha collaborato con molte delle menti più innovative della musica moderna, tra cui Ornette Coleman, John Zorn, Muhal Richard Abrams, Elvin Jones, Dave Douglas e The Jazz Passengers, aggiungendo al suo eclettico curriculum lavori con Elvis Costello, Sheryl Crow e David Byrne. Tra le sue passate collaborazioni con Saft è importante in questo caso segnalare il gruppo reggae jazz spirituale New Zion Trio. “Sono stato affascinato e ispirato dal percorso del jazz spirituale per anni”, spiega. “Alice Coltrane, Pharoah Sanders, John Coltrane, Albert Ayler – tutti questi artisti cercano stati estatici di coscienza nella musica. Queste esperienze trascendenti possono essere tracciate attraverso l’arte, la musica, la spiritualità, l’esercizio e la meditazione. Il misticismo ebraico considera queste stesse vie”. Nelle sue note di copertina, il rapper e produttore di Brooklyn Eden Pearlstein – meglio conosciuto come ePHRYME – cita il Sefer Yetzirah, antico testo cabalistico di autori sconosciuti che esplora le connessioni della musica e della numerologia attraverso le lettere dell’alfabeto ebraico. Saft traccia il collegamento tra questa fonte di ispirazione e le icone del jazz che sono venute prima: “Nella Kabbalah le lettere hanno valori numerici mistici. John Coltrane ha esplorato questi stati mistici di numeri e geometria musicale all’interno dei suoi arrangiamenti”.
La sessione che è diventata “Hidden Corners” è stata inizialmente progettata per essere l’ultima registrazione del New Zion Trio, in questa incarnazione che comprende Jones e Drake. Dopo essersi incrociati in innumerevoli festival nel corso degli anni, Saft ha invitato il batterista a unirsi alla band per le date recenti, compreso il Festival di Tampere del 2018 in Finlandia. “Hamid è una leggenda della musica improvvisata”, dice Saft “Ha una gamma incredibilmente ampia di esperienze musicali e di vita, che vanno oltre il jazz e la musica improvvisata. Ha lavorato in ogni possibile stile e situazione musicale e viene da New Orleans, dove ha le sue radici molta della grande musica americana. Questa gamma di esperienze e ampiezza di conoscenza musicale è rara”. Accade poi che Saft venga arruolato per eseguire un concerto delle ultime opere di John Coltrane con Liebman come sassofonista. “Abbiamo rapidamente instaurato un’amicizia e una connessione musicale”, ricorda Saft. “Quando Liebman suona, c’è la massima profondità in ogni aspetto: il suo modo di suonare è ultraterreno. Lieb ha una vera padronanza dei concetti armonici al massimo livello. Improvvisamente ho visto la possibilità di collegare tutti questi maestri insieme”. La lunga storia e la rete di associazioni che Liebman e Drake condividono – recentemente confluite in un trio con il maestro percussionista Adam Rudolph per l’album “Chi” (RareNoise) – è stata tra le influenze da cui Saft ha attinto per la musica di “Hidden Corners”. “Il tipo di relazione che intercorre tra Dave Liebman e Hamid Drake è molto potente” dice. “I musicisti di questo livello comprendono i poteri trasformativi della musica. C’è un alto livello di fiducia nel lavoro, nel processo, nelle nostre capacità reciproche. La musica è quindi solo un veicolo per continuare questa conversazione tra di noi, con l’obiettivo di creare arte che sia una sorta di cura anche per l’ascoltatore.” L’intenzione curativa delle composizioni di Saft è evidente fin dall’inizio, con il trasporto dei momenti di apertura di “Positive Way”, in cui una breve introduzione meditativa mette in evidenza la melodia ricca di soul del basso di Jones, fino all’ingresso del muscoloso sax tenore di Liebman. Segue la tumultuosa “Seven Are Double”, prima che Liebman passi al suo soprano per “Yesternight”, che sembra galleggiare tra ritmi eterei di Drake e gli accordi crepuscolari di Saft. Il pianista crea un’aria di mistero anche in “231 Gates”, un pezzo elusivo e avvolto nell’ombra che Liebman indaga con il suo flauto interrogatorio. Il cupo basso di Jones si combina con lo scintillante pianoforte di Saft per lanciare l’incantesimo di “Turn at Every Moment”, mentre la title track sembra una preghiera di redenzione. Con Saft che evoca l’arpa di Alice Coltrane strimpellando le corde all’interno del suo pianoforte, “The Anteroom” evoca lo spazio liminale suggerito dal titolo, attraverso delicati echi che si propagano per tutto il quartetto. “Landrace” chiude l’album su una nota potente, con il suo ritmo impetuoso che sospinge Saft e Liebman verso una feroce estasi.
Sono le interazioni tra le voci di questi quattro musicisti a rendere la musica di “Hidden Corners” maestosa e trasformativa. “Alla fine”, dice Saft, “sono le forti relazioni personali che rendono una sessione come questa un’opera d’arte. C’è grande amore e rispetto ovunque. Queste relazioni personali rendono il processo di creazione insieme facile ed appagante. La Via Positiva menzionata nel titolo del primo pezzo è una delle chiavi del mio approccio alla musica, conclude Saft – la giusta mentalità, forse, per scoprire quegli Angoli Nascosti dove la bellezza viene creata. Cerco sempre di registrare un disco che io stesso vorrei ascoltare e, quando ho la possibilità di fare musica con maestri di questo livello, positività e chiarezza di intenti sono presenti in ogni momento”.