Uochi Toki
"Malæducaty"
Light Item
30 Settembre 2019
Le profezie cyberpunk non si sono avverate e gli Uochi Toki si trovano immersi in questo presente ibrido diluito al massimo che depotenzia qualsiasi iniziativa. Quindi, di fatto, cyberpunk, anche se spoglio dell’inconografia che lo renderebbe grandioso. Con questa premessa il duo è tornato alla forma espressiva del rap, stavolta non per destrutturare o ristrutturare, bensì per urgenza, per emotività, per contrasto. “Malæducaty“ è un disco che nasce direttamente nell’amarezza della sconfitta durante gli attriti degli Uochi Toki con il pubblico e con le varie strutture umane che definiscono l’Attuale, invece che da un’idea narrativa sorretta da uno sguardo lucido. E’ un percorso di oscurità, accettazione e rinascita in 17 fasi che non promettono mai catastrofe o lieto fine. E’ un disco in cui si cambia continuamente argomento anche se ogni traccia è concatenata con quella successiva, scritto e composto di getto come lo zaino che si prepara in fretta quando si sta scappando dagli inseguitori o quando ci si sta preparando ad inseguire qualcuno. I brani sono molto più brevi rispetto ai precedenti dischi proprio per esercitarsi nella sintesi, nel cosa portare e cosa lasciare quando la situazione inizia a farsi davvero stretta. I suoni escono dall’ambiente tellurico e sotterraneo per correre sul terreno, come dei non-morti che hanno ancora attaccati brandelli di campioni putrefatti dalla distorsione ma sostenuti da beat ossei che si muovono col groove, lasciando intendere che si tratta di zombie di antichi rappers. In Malaeducaty l’elettronica di Rico ha un peso specifico più alto ma in tracce di minor durata, permettendo così azzardi noise più elevati e soluzioni di mix inconsuete.
L’influenza degli ascolti rap passati o presenti è più di concetto che sonora, e trasformata creativamente da letture come “La vera storia dell’hip hop” di Dr.Pira o “Apocalypso disco” e “Frankenstein goes to holocaust” di Dj Balli. Si tratta di un disco che permette l’accesso sia a chi non ha mai ascoltato nulla degli Uochi Toki, sia a coloro che li seguono da tempo, dove gli accenni autoreferenziali sono sempre bilanciati da un corrispettivo di apertura a nuove orecchie, sempre a patto che queste stiano cercando qualcosa di Altro e siano vivaci e attente. Il meccanismo portante è il dissing, un regolamento di conti in cui ci si accorge che, per quanto ci si sforzi, i conti non tornano mai con conseguente frenata e stemperamento dei toni, un modo di raccontare come la rabbia si dissolva al cambiare della percezione del tempo, come anche nella sconfitta o nel caos ci siano nutrite sacche di umorismo nelle quali i conflitti possono avere aspetti di entusiasmo costruttivo. Anche se l’intento iniziale era quello di descrivere tristezza e sconforto, alla fine Napo non riesce mai completamente ad abbandonarvicisi, e in alcune tracce arriva addirittura a cantare in modo scherzoso, rigorosamente senza autotune o vocoder. Il linguaggio di Napo in “Malæducaty“ integra termini che mischiano indegnamente inglese e italiano, più per dare l’idea di come sia il suo parlare nella vita fuori dai dischi, che per far venire i capelli bianchi ai grammar nazis.
Il disco esce per Light Item, etichetta di elettronica esplorativa fondata da Rico e Gèc Megabaita qualche anno fa con l’obiettivo di stanare compositori e produttori di elettronica noground e nostream per portarli a suonare in luoghi avventurosi. Gli Uochi Toki si stavano ponendo la domanda “cosa può/deve fare davvero un’etichetta per noi?” quando, fra mille ipotesi scartate, la risposta si è palesata trasparente come la finestra di casa e, come sempre più frequentemente fanno, Rico e Napo hanno scelto l’autonomia. L’obiettivo di questa uscita è sia quello di suonare nei contesti più adatti, sia quello di portare il live degli Uochi Toki anche in luoghi senza impianto, senza elettricità, semoventi, marginali, personalizzati, inaspettati. Ci sarà quindi, oltre al rinnovato set di elettronica e voce (questa volta senza visuals) pronto per club, festivals, e spazi preposti, un set a pile acustico portatile non bookabile destinato ai luoghi dove lo show business non arriva.
Progetti in corso
Progetti conclusi
- Anguish
- Any Other
- Apocalypse Lounge
- ARTO
- Bachi Da Pietra
- Big Mountain County
- Bobby Previte
- Bobby Previte, Jamie Saft, Nels Cline
- Brovold/Saft
- Cabeki
- Calibro 35
- Canadians
- Capra
- Cesare Livrizzi
- Chat Noir
- Coma Berenices
- Comaneci
- Cuong Vu 4tet
- Daniele Ledda
- Dave Liebman, Adam Rudolph, Hamid Drake
- Dave Liebman, Adam Rudolph, Tatsuya Nakatani
- Dulcamara
- Egle Sommacal
- Egokid
- Emma Tricca
- En Roco
- Eraldo Bernocchi
- Eraldo Bernocchi, FM Einheit, Jo Quail
- Francesco Bucci
- Francesco Guerri
- Gaudi
- Giorgi Mikadze
- Giovanni Succi
- Hannah Williams & The Affirmations
- Hate Moss
- His Clancyness
- Hit-Kunle
- Horseloverfat
- Humanbeing
- J. Peter Schwalm, Stephan Thelen
- J.Peter Schwalm
- J.Peter Schwalm, Arve Henriksen
- J.Peter Schwalm, Markus Reuter
- Jamie Saft
- Jamie Saft Quartet
- Jamie Saft, Bobby Previte, Steve Swallow e Iggy Pop
- Jamie Saft, Steve Swallow, Bobby Previte
- Jo Berger Myhre
- Joshua Trinidad
- Jü
- Kick
- Kingfisher
- Kristina Jacobsen
- La Band del Brasiliano
- La Città di Notte
- LACOSA
- Laura Loriga
- Le bandesonore
- Led Bib
- LEF
- Levriero
- Liquido Di Morte
- Lorenzo Feliciati
- Lorenzo Feliciati, Michele Rabbia
- Low Standards, High Fives
- Magnet Animals
- Manetti!
- Marco Frattini
- Marilyn Mazur
- Massimo Martellotta
- Merzbow, Keiji Haino, Balazs Pandi
- Merzbow, Mats Gustafsson, Balás Pándi
- Mike Pride
- Missincat
- Movie Star Junkies
- Movimento Artistico Pesante
- Mumpbeak
- My Gravity Girls
- Neko At Stella
- Nelide Bandello
- News For Lulu
- Non Voglio Che Clara
- Norman
- O.R.k.
- Obake
- OoopopoiooO
- Orange Combutta
- Ornaments
- Ornaments/ZEUS!
- Ottone Pesante
- OTU
- Oui! The North
- OvO
- Palazzo
- Paolo Cattaneo
- Paolo Spaccamonti e Ramon Moro
- Peter Kernel
- Philipp Gerschlauer and David Fiuczynski
- Recall Madame X
- Red Kite